Fioroni Giosetta


ROMA 1933


Figlia d’arte, il padre Mario è scultore la madre Francesca dipinge e progetta spettacoli di marionette ideandone le storie, le scenografie e i costumi che realizza personalmente.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma dove l’incontro con Toti Scialoia ne segna il suo futuro di pittrice. Negli anno ’60 la sua produzione è caratterizzata da una serie cospicua di lavori su tela e carta con vernice d’argento, i sogetti preferiti sono volti, paesaggi, figure. Fa parte, unica donna al movimento noto come Scuola di Piazza del Popolo. Le sue prime personali sono alla Galleria Tartaruga di Roma nel ’61 e ’64.
Trascorre lunghi periodi a Parigi dove espone alla Galleria Bretau. Nel 1968 inaugura il Teatro delle mostre alla Tartaruga con la performance La spia ottica. Nello stesso periodo iniziano le prime esperienze con la fotografia, presentate in due mostre: Foto da un atlante di medicina legale e Fototeca. Numerose le mostre e performance tenutesi, si ricorda: a Venezia alla Galleria Il Cavallino e allo Studio Bernabò, a Milano al Naviglo e alla Diagramma a Roma alla Galleria dell’Oca, a Napoli da Lucio Amelio, a Mantova da Corraini, a Bologna alla Galleria de’ Foscherari e da Forni, a Modena da Mazzoli. Antologiche vengono organizzate al Centro Attività Visive di Palazzo dei Diamanti a Ferrara eal Padiglione dell’Università di Parma. Viene invitata alla Biennale di Venezia nel ’64 e, citandone solo alcune, espone in mostre pubbliche all’Aja, a Berlino, a Bologna e Roma. Gli anni ’90 iniziano con un’antologica di opere su carta alla Calcografia Nazionale di Roma. Nel ’93 è nuovamente invitata alla Biennale di Venezia dove ritorna nell’edizione del ’95. Sempre negli anni ’90 inizia a lavorare con la ceramica realizzando diversi cicli che si susseguono tuttora, Teatrini – Sedie – Alberi - Piccoli teatri Shakeasperiani – Abiti - Casette – Fiori – Animali – Specchi. Sempre in ceramica realizza lavori di grande dimensione come la Madonna multietnica, i portali per il cinema Nuovo Olimpia, il pannello titolato Nei prati ora in cenere di Omero. Nel 2005 viene edita da Skira la monografia dedicata all’opera su ceramica. Frequenta da sempre l’ambiente letterario ai quali spesso è dedicato il lavoro, ultimo il ciclo dei teatrini in legno esposti nel 2005 al Palazzo del Ridotto di Cesena, la mostra, L’estro quotidiano, porta a titolo, come tutti i lavori esposti, il titolo di un romanzo dedicandolo al suo autore. Molte sono le opere, i libri, le grafiche, le pubblicazioni che sono nate dall’incontro di Giosetta con poeti e scrittori. Ricordiamo alcuni di essi insieme ad alcuni critici che hanno scritto di lei: Parise, Arbasino, Garbali, Cernetti, Zanaotto, Colombo, Manica, La Capria, De Luca, Marcoaldi, Magrelli, Manganelli, Fusini, Rasy, Balestrino, Bonasegale, Briganti, Susino, Volpi, Vagheggi, Sgarbi, Golino, De Melis, Manzoni, Loy, Trevi, Boatto, Fortunato, Barilli, Gallian, Meneghelli, Fiz, Vallora, Quesada, Quintavalla, Restany, Dorfles, Bonito Oliva, Cordaro, Di Castro, Rubiu, Vedova, Ashbery, Volpato, Perrella, Siciliano, Pasti, Madeo, Castagnoli, Vescovo, Gregotti, Torri, Pontiggia…
Attualmente produce all’insegna della ricerca sperimentando continuamente materiali diversi esplorando nuovi territori alla ricerca di nuove forme espressive.